Digitalt produktpass og byggebransje

GS1: Passaporti Digitali Obbligatori: Cosa deve sapere il settore delle costruzioni?

– Questo non scomparirà. Anzi, è vero il contrario. Ora è il momento di iniziare, afferma Knut Mathisen di GS1 Norway.

Entro il 2030, i Passaporti Digitali di Prodotto (DPP) saranno introdotti in un’ampia gamma di settori in Europa, e quello delle costruzioni non farà eccezione. Anzi, il settore potrebbe trarne vantaggi più di molti altri: non solo in termini di conformità, ma anche grazie a una migliore conoscenza, un maggiore controllo e un utilizzo più intelligente dei dati di prodotto.

– Per l’edilizia, i DPP rappresentano sia una sfida sia una grande opportunità – spiega Knut Mathisen, responsabile del settore costruzioni in GS1 Norway. Stanno arrivando requisiti legati a tracciabilità, qualità e struttura dei dati. E, anche se possono sembrare impegnativi, chi agirà per tempo otterrà un vantaggio competitivo.

Il ruolo di GS1: Unire i dati

GS1 è conosciuta soprattutto per il codice a barre che “bippa” alla cassa. Ma oggi l’organizzazione gestisce un sistema globale di standard per l’identificazione dei prodotti, la tracciabilità e la condivisione delle informazioni, attraverso settori e confini.

Un passaporto digitale di prodotto ha bisogno di identificatori unici e supporti di dati. Ed è qui che gli standard GS1 si inseriscono perfettamente – afferma Mathisen. – Non siamo un database; siamo un facilitatore. I nostri identificatori e le nostre strutture consentono di collegare le informazioni – come ad esempio un’EPD – al prodotto corretto e di condividerle lungo tutta la catena del valore.

Knut Mathisen, responsabile del settore costruzioni di GS1 Norvegia

Un settore frammentato ha bisogno di uno sforzo collettivo

Secondo Mathisen, la sfida più grande per il settore delle costruzioni è la natura frammentata della catena del valore, e l’approccio disomogeneo ai dati da parte dei diversi attori.

Alcune aziende sono ben organizzate, mentre altre sono ancora molto indietro. Ma affinché i DPP possano generare valore, è necessario che tutti siano coinvolti, non basta che solo una parte della catena abbia i propri dati in ordine.

Hans-Martin Wehler, Key Account & Partner Manager di LCA.no, rileva lo stesso schema:

– Molti credono ancora che un’EPD generica sia sufficiente, ma senza tracciabilità al prodotto reale non è abbastanza. Ecco perché raccomandiamo di iniziare per tempo con EPD completamente verificate e certificate da terze parti. Questo permette di avere il controllo sui propri dati ambientali, rafforzare la propria posizione sul mercato e gettare le basi per miglioramenti lungo tutta la catena del valore.

Approfondisci il Passaporto Digitale di Prodotto (DPP) qui.

Non solo conformità – ma anche valore commerciale

Sebbene i DPP siano spinti principalmente dalla regolamentazione, sempre più aziende stanno riconoscendo il valore commerciale dei dati di prodotto strutturati.

– Appaltatori e sviluppatori richiedono già dati ambientali per soddisfare i requisiti previsti da leggi come il Transparency Act e la CSRD – afferma Mathisen. – Le aziende che dispongono di dati pronti all’uso saranno partner più attraenti.

E i benefici non si limitano alla rendicontazione esterna. Dati di alta qualità migliorano anche i processi decisionali interni:

– Le aziende che lavorano in modo sistematico con le EPD ottengono preziose informazioni sulle proprie catene di fornitura e possono prendere decisioni migliori più rapidamente – spiega Wehler.

Le scadenze si avvicinano – iniziate subito

Le prime categorie di prodotti interessate dai requisiti dei DPP in Europa includono l’acciaio e il cemento. E sebbene in Norvegia possa volerci più tempo per l’attuazione formale delle normative, i loro effetti si faranno sentire molto prima.

– Molti pensano di avere più tempo di quanto in realtà non ne abbiano – ma questa è un’ipotesi rischiosa. Le aziende norvegesi commerciano già con il mercato europeo, e ciò significa che le regole Europee si applicano – afferma Mathisen. – Nel giro di due o tre anni entreranno in vigore i primi requisiti. Aspettare fino ad allora sarà troppo tardi.

Gli standard esistono – ma sono ancora in evoluzione

GS1 sta lavorando attivamente per adattare i propri standard globali a supporto dei DPP, inclusi i casi d’uso per prodotti specifici di progetto e su ordinazione.

– La maggior parte delle cose può già essere gestita con i sistemi esistenti, ma continuiamo a perfezionarli man mano che i requisiti prendono forma – afferma Mathisen. – È importante ricordare che non creiamo i contenuti, ma ci assicuriamo che fluiscano correttamente.

Consiglio ai produttori: Iniziate subito i progetti pilota

Il messaggio di Mathisen ai produttori è chiaro:

– Iniziate subito. Testate le cose internamente. Avviate piccoli progetti pilota con i vostri clienti e fornitori. Non deve essere complesso – basta osservare come i vostri dati si integrano. In questo modo sarete pronti quando entreranno in vigore le regole.

– Attualmente stiamo lavorando con GS1 e Byggtjeneste (Associazione Norvegese per l’edilizia) per sviluppare un prototipo di DPP per il settore delle costruzioni. Partecipare a iniziative simili è un ottimo modo per restare avanti – aggiunge Wehler.


Riassumiamo:

Il rollout dei DPP sta arrivando rapidamente. Chi inizia ora otterrà un vantaggio sia sul mercato sia sulla conformità normativa.

I Digital Product Passports (DPP) diventeranno obbligatori in Europa e il settore delle costruzioni è tra i primi a essere interessato.

Gli standard globali di GS1 consentono la strutturazione dei dati e la tracciabilità lungo tutta la catena del valore.

Le EPD e i DPP devono essere collegati – dati ambientali generici non sono sufficienti.

Dati di alta qualità costruiscono fiducia normativa e valore commerciale.